Un Medico in Prima Linea con le Terapie Domiciliari

Finalmente dopo un anno si è rotto il muro di accidia e di omertà che gravava sulle terapie domiciliari e anch’io , medico ormai a fine carriera, con 40 anni di omeopatia e 35 di psichiatria alle spalle, ho deciso di rimettermi in gioco.

Da circa due mesi faccio parte del gruppo “terapie domiciliari Covid19 in ogni regione” ideato dall’avvocato Eric Grimaldi. Il gruppo opera da circa un anno ma solo in questi ultimi mesi si sta espandendo molto velocemente, è costituito principalmente da noi medici volontari di qualsiasi provenienza e disciplina ma anche da altre figure come infermieri, psicologi e farmacisti che supportano il nostro lavoro.
Esiste una piattaforma FB gestita da straordinarie coordinatrici che raccolgono e selezionano i casi di pazienti, per lo più abbandonati a sé stessi a casa, che ricevono assistenza a distanza da noi medici. Esiste un protocollo di terapia per ogni singola fase della malattia, protocollo che comprende anche l’uso di numerosi integratori, protocollo “in fieri ” che viene aggiornato da webinar settimanali tenuti da medici più esperti.

Ho potuto constatare purtroppo la triste realtà di questi pazienti domiciliari, nella migliore delle ipotesi trattati con Tachipirina e vigile attesa, ancora dopo un anno, nonostante la recente sentenza del TAR del Lazio che imponeva all’AIFA di abbandonare questa nefasta procedura. Io debbo confessare che, praticando da 40 anni l’omeopatia o comunque la medicina naturale, ho avuto all’inizio una certa difficoltà a riprendere dimestichezza con farmaci che abitualmente non usavo ma poi facendolo e ottenendo risultati, avendo riconoscimenti e soprattutto sottraendo questi pazienti a un destino di ricovero o peggio ancora di terapia intensiva, ogni difficoltà mi è sembrata superabile.

I pazienti, per lo più famiglie intere, sono molto impauriti e smarriti quindi quando posso preferisco telefonare e sentire la loro voce e dare conforto con la mia. Le difficoltà maggiori sono legate alla ricettazione che sono costretto a fare ed inviare per mail col rischio che qualche farmacia non la accetti, al fatto che ad esempio pazienti anziani o soli non sono in grado di fornire dati precisi relativi alla saturimetria o non riescono a praticare l’iniezione sottocutanea di eparina o a gestire l’uso della bombola d’ossigeno o non hanno chi possa praticare una intramuscolare quando necessaria.

Questo lavoro è molto impegnativo e svolto in un clima di emergenza perciò mette in campo la reale motivazione di chi ha scelto di fare il medico con passione, mettendosi in gioco e assumendosi notevoli responsabilità ma di fronte a uno Stato colpevolmente inerte, a un ministero totalmente asservito a direttive spesso contrarie alla logica medica, quella che ho fatto è per me una scelta giusta e ne vado fiero.

Dr. Andrea Bolognesi

A questo link c’è la pagina Facebook dove potrete trovare tutte le info e i dottori che praticano la Terapia Domiciliare Precoce:

https://www.facebook.com/groups/terapiadomiciliarecovid19

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