Alle Origini dell’Estremismo Misogino ed Omofobo di ProVita & Famiglia


Si cela una violenza contro la donna dietro l’ipocrisia di chi dice di voler difendere la vita… Certe associazioni danno del feto l’oggetto su cui si applica la loro ideologia autoritaria e repressiva.

L’ estremismo di queste associazioni avalla una proposta di legge che vorrebbe far ascoltare il battito cardiaco del feto alle donne che scelgono di abortire.
Una tortura che ricorda le persecuzioni dell’inquisizione.
Una crudeltà che vuole far soffrire la donna che decide di abortire.

Questo tipo di associzioni inoltre negano la libertà e l’autdeterminazione dell’individuo in materia di fine vita. I movimenti “a difesa della vita” vorrebbero proibita l’Eutanasia. Vogliono la sofferenza per legge. Pretendono di entrare a casa d’altri e imporre il loro credo e il loro volere sui nostri corpi e sulle nostre vite.
Una prevarcazione di stampo fascista inaccettabile che va contrastata sul terreno dei diritti della persona a scegliere liberamente il suo destino, in vita e in morte.


A cura di Jennifer Guerra

ProVita & Famiglia è una onlus nata nel 2019 dalla fusione di due associazioni, Generazione Famiglia e ProVita. Le attività dell’associazione si concentrano soprattutto sull’opposizione all’aborto, all’eutanasia e a quella che viene erroneamente chiamata ideologia o teoria gender. Il termine gender è nato negli ambienti accademici femministi tra gli anni ’80 e ’90 per riferirsi a tutto ciò che va oltre la dimensione del sesso biologico. Tuttavia questo termine è stato distorto in chiave conservatrice e ora indica una vera e propria teoria del complotto secondo cui il “gender” altro non sarebbe che uno strumento deliberato per distruggere il sesso naturale, il maschile il femminile, l’eterosessualità e la famiglia “naturale”.

Diversamente dai movimenti pro-life tradizionali, come il Movimento per la vita, nato all’indomani dell’approvazione della legge 194/78, ProVita & Famiglia è esponente di quello che il ricercatore Massimo Prearo chiama “movimentismo neocattolico”. Questo tipo di mobilitazione promuove “una forma di azione collettiva extra-ecclesiastica ed extra-cattolica”, che non segue pedissequamente la linea vaticana, da cui anzi prende spesso e volentieri le distanze. Dopo lo scioglimento della Democrazia cristiana nel 1994, le polemiche legate alla Legge 40 sulla fecondazione assistita e con l’arrivo dell’“ideologia gender” come collante ideologico, i rappresentanti di questo nuovo movimentismo sono riusciti a ricompattare i cattolici con nuove forme di intervento nello spazio pubblico, che si caratterizza per il tono polemico, di rottura, contestatario.

Prima di arrivare a ProVita & Famiglia, è però necessario fare un passo indietro e capire da dove arrivano le due associazioni che hanno dato forma alla nuova denominazione. ProVita e Generazione Famiglia compaiono nella scena pubblica nel 2012, in concomitanza con le proteste contro il matrimonio egualitario in Francia. Queste associazioni si costituiscono dopo un decennio in cui la scena “pro-life” è ancora dominata dai movimenti fondati dagli esponenti del movimento antiabortista tradizionale, che avevano già provato con scarso successo a impegnarsi in iniziative come il Family Day (2007) o la prima “Marcia per la vita” (2011). Nessuna però era riuscita a creare la stessa mobilitazione di ProVita e Generazione Famiglia.

Nel 2012, viene fondato il giornale Notizie ProVita, il cui caporeddattore era Alessandro Fiore, figlio dell’ex leader di Forza Nuova Roberto Fiore, che al momento è in attesa di processo per associazione sovversiva dopo l’assalto alla CGIL di Roma nel 2021. Inizialmente la distribuzione del giornale era stata affidata all’azienda Rapida Vis, guidata da altre due figlie di Fiore, con sede legale allo stesso indirizzo di Forza Nuova. I legami tra Notizie ProVita e l’estrema destra sono stati scoperti dal ricercatore Yadad De Guerre e confermati da un’inchiesta del Corriere della Sera, che ha dimostrato come alcuni soci della cooperativa giornalistica di Notizie ProVita fossero militanti del movimento neofascista Forza Nuova.

Dal 2014, Notizie ProVita si trasforma nella onlus ProVita. Prima di chiamarsi Generazione Famiglia, invece, l’associazione si chiamava La Manif Pour Tous Italia, in riferimento all’omonimo movimento francese che aveva organizzato grandi proteste contro la legge sul matrimonio egualitario. Proprio su modello delle manifestazioni in Francia, ProVita e Generazione Famiglia, insieme ad altre realtà simili riunite nel comitato “Difendiamo i nostri figli”, organizzarono il Family Day del 2015, contro il ddl Cirinnà. Tra il 2014 e il 2015, Generazione Famiglia si era impegnata in un estenuante tour di convegni e incontri nelle parrocchie per diffondere la “lotta al gender”.

Le due associazioni si sono poi fuse nel 2019, ma gli esponenti sono gli stessi: Jacopo Coghe, già presidente de La Manif Pour Tous Italia, è oggi portavoce di ProVita & Famiglia; Toni Brandi, un tempo editore di Notizie ProVita, ora è il presidente della nuova associazione; Maria Rachele Ruiu, referente nazionale di ProVita & Famiglia, è stata rappresentante di Generazione Famiglia. La fusione è stata annunciata nel marzo del 2019, a pochi giorni dal controverso Congresso mondiale delle Famiglie di Verona. Al congresso, definito “gruppo d’odio” dal Southern Poverty Law Center, parteciparono diversi esponenti dell’estremismo religioso cristiano provenienti da Stati Uniti e Russia.

Oggi ProVita & Famiglia ha più di 100 circoli territoriali anche se conta solo 25 soci. I proventi dichiarati nel bilancio di esercizio del 2022 ammontano a quasi un milione di euro, la maggior parte dei quali vengono impiegati per costi di servizio: campagne, pubblicità e propaganda, viaggi, congressi. L’86% dei fondi provengono da donazioni liberali e l’associazione gode di prestigio e riconoscimento da parte dell’attuale governo. Durante la campagna elettorale, Fratelli d’Italia ha firmato la Carta dei principi dell’associazione e ha candidato la referente di ProVita & Famiglia Maria Rachele Ruiu, che non è stata eletta. Tuttavia, molti membri che gravitano o gravitavano intorno alla galassia anti-gender ora ricoprono incarichi di governo, a partire dalla ministra della Natalità Eugenia Roccella, portavoce del Family Day nel 2007. O Alfredo Mantovano, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, fondatore di Alleanza Cattolica e membro di Difendiamo i Nostri Figli. O ancora Massimo Gandolfini, nominato consulente del Dipartimento antidroghe del governo.

Nel giro di pochi anni, da dissidenti del movimento pro-life, gli esponenti di questa associazione si sono trasformati in protagonisti e personaggi influenti che hanno un potere sempre più incisivo nelle politiche del governo che riguardano la famiglia, la natalità e l’aborto. Che, vale la pena ricordare, non sono secondari nel progetto politico di Meloni, ma sono sempre stati al primo posto del suo programma elettorale.

Jennifer Guerra è nata nel 1995 in provincia di Brescia e oggi vive in provincia di Treviso. Giornalista professionista, i suoi scritti sono apparsi su L’Espresso, Sette, La Stampa e The Vision, dove ha lavorato come redattrice. Per questa testata ha curato anche il podcast a tema femminista AntiCorpi. Si interessa di tematiche di genere, femminismi e diritti LGBTQ+. Per Edizioni Tlon ha scritto Il corpo elettrico.
Il desiderio nel femminismo che verrà (2020) e per Bompiani Il capitale amoroso.
Manifesto per un Eros politico e rivoluzionario (2021). È una grande appassionata di Ernest Hemingway.

Lascia un commento